Una mappa per esperimenti Lean

Lean Experiment Map - Moves The Needle
Lean Experiment Map – Moves The Needle

 

Volete provare a testare velocemente l’idea di un nuovo prodotto, servizio o funzionalità? Pensate di avere trovato la soluzione ad un annoso problema per i vostri utenti?
L’Experiment Map può venirvi in aiuto!
Si tratta di uno strumento molto efficace per applicare nella pratica i principi Lean di sperimentazione, misurazione dei risultati e apprendimento discussi in un post precedente.

E’ opportuno adottare qualche accorgimento: la mappa deve essere stampata grande e possibilmente appesa in modo che sia visibile a tutto il gruppo di lavoro.
Gli step vanno seguiti nell’ordine in cui sono proposti:

  1. definizione dell’idea
  2. valutazione delle assunzioni
  3. formulazione di un’ipotesi
  4. creazione dell’esperimento
  5. registrazione dei comportamenti
  6. individuazione del target (ovvero metrica di successo)
  7. risultati
  8. analisi delle motivazioni e insight
  9. decisione relativa alla soluzione esplorata

Ad ogni passo registriamo i risultati. Un post-it è più che sufficiente per catturare appunti e idee.

Come si procede?
Vi racconto l’utilizzo che ne abbiamo fatto nel corso di un workshop sull’innovazione.
Supponiamo di partire da un problema specifico che i vostri utenti hanno evidenziato, ad esempio sul vostro sito web hanno difficoltà a trovare i prodotti a cui sono realmente interessati.
In un primo momento ogni persona ha a disposizione qualche minuto per elaborare le proprie personali soluzioni e scriverle su un post-it.
Le varie soluzioni vengono presentate a turno al gruppo di lavoro che sceglie collettivamente quella più promettente.

A questo punto si inizia a seguire gli step proposti nella mappa.
Inquadriamo bene il problema: dobbiamo definire chi ne è impattato (potrebbe trattarsi di diverse tipologie di utenti), qual è la situazione problematica che vogliamo risolvere e quale soluzione abbiamo scelto.
E’ importante fornire dettagli in questa fase ed essere il più concreti possibile.

In seconda battuta si analizzano – sempre in gruppo – le assunzioni che stanno alla base della nostra idea.
Ricordate? Cosa stiamo dando totalmente per scontato senza averne alcuna prova? E’ importante capire cosa non stiamo mettendo in discussione e classificare queste convinzioni sulla base di due variabili: la conoscenza e l’importanza.
Le assunzioni che risulteranno essere nel quadrante in alto a destra sono quelle determinanti e meno note, ovvero le idee che rivelatesi false potrebbero mettere totalmente in discussione la nostra proposta.

E’ proprio dall’assunzione più critica che partiremo per realizzare il nostro esperimento.
Facciamo un’ipotesi, proviamo a tradurre in una descrizione specifica e misurabile la nostra assunzione cruciale (ad esempio: se mostriamo agli utenti un prototipo della nuova landing page aumenteremo del 10% le entering visits).

Costruiamo quindi un esperimento. Dev’essere un test veloce e rapido, basato su un prototipo o un artefatto il più semplice possibile da realizzare. Non serve essere sofisticati! L’importante è testare l’idea (potremmo utilizzare un concierge mvp) e acquisire insight da parte dei nostri utenti (la finalità è l’apprendimento!).

Un consiglio fondamentale: evitate la tentazione del sondaggio.
Non ci interessa raccogliere un parere sulle azioni degli utenti bensì vedere i loro comportamenti all’opera. 
Vogliamo vederli interagire con un prototipo o un servizio sufficientemente realistico.
Per fare questo abbiamo bisogno di uscire dai nostri uffici e andare a incontrare queste persone. Ascoltarle, cogliere la comunicazione non verbale, sentire i loro pareri o osservarle in azione.
Un esempio? Non chiediamo se sarebbero disposti ad acquistare un determinato servizio, simuliamo che sia già operativo e verifichiamo se sono disposti a mettere mano al portafoglio.

Datevi un target, un numero di utenti che volete coinvolgere nell’esperimento e il numero di coloro che dovrebbero accogliere positivamente la vostra soluzione. Anche in questo caso è importante darsi dei criteri di successo.
Pronti? Partenza… via! Eseguite l’esperimento che avete formulato e raccogliete i risultati.
La vostra ipotesi è stata confermata?
Se sì, il risultato è andato oltre le aspettative? Quali altri insegnamenti avete raccolto sul campo?
Se l’esperimento ha avuto un esito negativo perché credete sia andato così? Cosa ha influenzato il risultato? Cosa vi hanno raccontato in merito i vostri utenti?

A questo punto – e solo a questo punto – siete pronti a prendere una decisione. Potete decidere di proseguire lungo la strada intrapresa approfondendo altri aspetti della soluzione. In questo caso reiterate il processo con un nuovo esperimento per affinare la vostra idea iniziale.

Se invece avete raccolto preziosi feedback degli utenti che vi hanno portato a riformulare l’idea iniziale potete creare un nuovo esperimento per validare queste modifiche.
C’è anche in caso in cui l’esperimento vi abbia rivelato senza ombra di dubbio che la vostra assunzione era totalmente sbagliata (a noi è capitato così!).
Consolatevi! Siete pronti per ripartire da capo lungo questo percorso con una soluzione tutta nuova senza avere buttato dalla finestra mesi di sviluppo per un prodotto/servizio che nessuno dei vostri utenti avrebbe mai adottato.

In termini di investimento il rapporto costo/beneficio dato dall’adozione di questo tipo di approccio è sconcertante (come abbiamo fatto senza finora?!).
Provatelo sul campo e fatemi sapere se anche per voi funziona così bene.

Non abbiate paura di sperimentare… provate a spingervi un po’ oltre e adottare una prospettiva differente. Chiedetevi “cosa cambierebbe di 10 volte il comportamento degli utenti?

Nota: un particolare ringraziamento a theleanapps.com, che mette a disposizione una variante dello strumento particolarmente interessante.

“Scrum Primer 2.0”

E’ disponibile in lingua inglese il testo “Scrum Primer” versione 2.0, una delle migliori introduzioni alla teoria e alla pratica di Scrum.

Scrum Primer è il frutto del lavoro congiunto di Pete Deemer, Gabrielle Benefield, Craig Larman e Bas Vodde.
La prima versione di Pete e Gabrielle, redatta  durante la transizione Agile di Yahoo!, è stata rivisitata a 4 mani con il contributo di Larman e Vodde.

Il testo ripercorre i capisaldi principali della metodologia: i ruoli di Scrum, i principali artefatti (Product Backlog, Sprint Backlog, Burn down chart) e gli Eventi (Sprint Planning, Daily Scrum, Sprint Review, Retrospective).
Oltre ad essere una descrizione sintetica particolarmente efficace, offre consigli ed osservazioni raccolti sul campo ed una pratica appendice con la terminologia di Scrum.

La guida in versione originale è scaricabile a questo indirizzo. Fino a poco tempo fa era disponibile anche in versione italiana – curata da Salvatore Reale – sul sito Scrum Primer, che al momento sembra avere qualche problema…